SETTECENTO VOCI SUL PALCOSCENICO

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SETTECENTO VOCI SUL PALCOSCENICO

Al Teatro Gentile spettacolo di alto livello per il 1° Convegno Reg. Scholae Cantorum  Don Ugo e la sua gran giornata . Una targa offerta dal Comune di Fabriano . Una giornata piena di canti e di gioia di C.S. Creare uno spettacolo di due ore con un coro di dilettanti, in un Paese come il nostro, notoriamente sordo al fascinoso richiamo della coralità , è impresa ardua anche per i più volenterosi. Figuriamoci organizzare una intera giornata di polifonia vocale classica e folkloristica. Basti pensare alla ben diversa considerazione che il coro gode, come fatto formativo sotto il profilo sociale oltre che meramente estetico, nelle nazioni vicine e confrontarle con la scarsa coscienza artistica che di questo genere ha l’italiano medio. Comunque il valoroso Coro “S. Cecilia” di Don Ugo Carletti, ce l’ha fatta! Organizzando con intelligente impegno il 1° CORESCANT MARCHE. Presenti 700 cantori, 15 cori in tutto. Giunti in autopulman da Ascoli Piceno, Macerata, Fermo, Senigallia, e da alcuni centri caratteristici della regione: Montecassiano, Ripatronsone, Montecosaro Scalo, Montefiore d’Aso, Francavilla d’Ete, Camerino; sono Comuni con una grande tradizione: la Banda, la scuola di musica e, talvolta, corsi di danza classica. Per la Corale ospitante, che ha iniziato la propria attività  nell’arpile del 1955, è stata indubbiamente una grande giornata commemorativa, piena di emozioni. In venticinque anni, il coro ha raggiunto una incredibile perfezione nell’esecuzione di un repertorio vastissimo, sotto la giuda del rev. M° Ugo Carletti, al quale il Sindaco ha offerto una targa d’argento. La bravura dei nostri giovani e ragazze è stata premiata più volte in numerose città  ed è stata riconosciuta bel oltre i confini d’Italia. Di ritorno dalla Germania, anni addietro, il coro aveva inciso un long-plawing, dedicato a canti della giovinezza, dell’amore, a canti sacri. Con il titolo “Antologia di canti corali”, un disco che offre una parentesi di puro incanto e di esaltante armonia. L’avevamo detto in apertura. Si tratta di un convegno regionale di voci dilettanti, quello di venerdì scorso a Fabriano. Dilettanti (anche se nel senso più nobile della parola), cioè di gente, che prende e vuol recare diletto attraverso il canto, di giovani che , senza pretese, restituiscono all’attività  corale il suo più vero significato; esprimersi collettivamente attraverso la musica ma ancor prima vivere la gioia di ritrovarsi insieme. Del resto quello di cantare più per diletto dei cantori che per quello degli ascoltatori era un dato tutta rinascimentale della nostra polifonia. Un po’ di cronaca. Nel tardo mattino, in Cattedrale, la Messa solenne officiata da Mons. Vescovo, in “alta uniforme” (abbiamo riconosciuto i ricchi paramenti in rosso e oro, che s’indossano per la festa di S. Venanzo martire) con la partecipazione di tutte le corali. Un concerto d’insieme non “facile” ma assai bello. In apertura di programma, nemmeno a dirsi, era stato scelto Bach, con la celebre pagina “Re dei RE”. Il secondo brano: “O sacrum convivium” del prete e musicista Lorenzo Perosi, da tempo sbattuto disinvoltamente fuori dalle chiese e dalle sale da concerto. I pochi che lo coltivano hanno l’aria degli eroi. S. Venanzo incredibilmente stipata (moltissimi i giovani) era uno spettacolo fuori dell’ordinario, data la vastità  della Basilica. Conclusione svettante con il “Signore Gesù” di W. Croft. Il pubblico ha trasformato la propria commozione in applausi interminabili. Ciò che ha fatto maggiormente “impressione” nel nostro animo i canti eseguiti nel pomeriggio per le vie del centro storico, illuminate da un tiepido sole. Una rassegna in libertà , una corona di canti che riassume il cammino della creatività  umana. Il tema, unitario e, coi tempi di oggi, quasi anticonformista, quello dell’amore visto appunto attraverso le più variopinte testimonianze della poesia e coralità  ( da quella del folklore a quella della stupenda stagione rinascimentale, da quella dei colti madrigali sino a quella d’ispirazione sacra) ma anche nelle sue infinite sfaccettature psicologiche. Così, musica e poesia, a braccetto, divengono, pretesto per un appello di fraternità  contro la violenza e l’odio. E’ per la consapevolezza di tali valori e nell’intenzione di affermare la validità  della polifonia corale, che si sono incontrati nella nostra città  700 cantori appartenenti a quindici gruppi; la corale fabrianese compresa. Per discutere in tonaca e senza, per difendere appunto un bagaglio artistico rispolverato qui, di concerto in concerto, nella Cattedrale Basilica, nelle vie cittadine e nel Teatro. Mai come oggi d’altronde, si avverte il bisogno di fortificare, a mezzo di un’organica educazione musicale, le difese spirituali di cui l’uomo ha più bisogno – come ha detto il Vescovo – per non essere sopraffatto dalla civiltà  tecnologica, nella quale è calato e sempre più sarà  immerso nel futuro. Lo spettacolo al Gentile ci è sembrato il momento più magico della giornata, il momento culminante con il gran finale della rassegna. Si sono esibite tutte le corali: Con mottetti, offertori, madrigali, e, persino musiche di Mascagni! dai capolavori immortali di Bach, Haydn, Brahms, Mendelson; di Pier Luigi da Palestrina “principe della musica”; di W.A. Mozort, del M° Bartolucci.. E poi, stornelli marchigiani, un canto popolare abruzzese del Vetuschi, un canto della Resistenza: ” fischia il vento”. Ci sono stati bis. Ben meritati gli applausi che hanno salutato il bravissimo Coro Alpino “Sibilla” di Macerata, magnificamente guidato dal M° Morresi. La maggior fetta di applausi è andata naturalmente, al Coro di Don Ugo Carletti. Dopo l’esecuzione di un brano in tedesco, assai difficile, anche per le nostre orecchie. Viva l’attesa per l’esecuzione dei “Pueri Cantores” di Macerata; per lo meno, per noi patiti della lirica, che, puntualmente, ad ogni estate, li ascoltiamo sul grande palcoscenico dell’Arena Sferisterio. Direttore e animatore il maestro Fernando Morresi. Questi giovanissimi cantori ed attori insieme, sono davvero “enfants prodiges”; sia che si tratti di partecipare nell’opera “Tosca” con i chierichetti in Sant’Andre a della Valle e poi unirsi ai coristi per il “Te Deum”; figurare nel secondo atto de “La Boheme”, quando vanno dietro alla banda militare che passa nel Quartiere Latino; o partecipare in massa nell’opera “Assassinio nella cattredrale” accanto al “vescovo” ecc. Da parte nostra, ci auguriamo che nel prossimo numero altre “penne” scrivano; non vorremmo trascurare gli altri cori partecipanti; anche, perchè, di polifonia confessiamo la nostra ignoranza. Quindi i vari gruppi hanno composto un complesso di 250 cantori che, sotto la direzione del maestro Ugo Carletti, ha cantato l’Halleluia di Haendel. Bellissimo il suono della tromba solista di Angelo Rossi. Vescovi, monsignori nei palchi, autorità  civili e militari; applausi, bis, felicitazioni di un pubblico folto fra una piaggia di fiori, targhe, diplomi, filigrane. Il pubblico giovanile, costituiva uno spettacolo a parte. Applausi a non finire agli altri strumentisti, che hanno dimostrato una vera e propia brillantezza. Qualche “gags”, il disturbo (non previsto) l’apertura e chiusura delle porte dei palchi. Ma tanta musica fatta con tutto l’animo. Ha presentato il programma Terenzio Montesi della sede RAI-Tv di Ancona, in maniera impeccabile. E’ un amico, che torna sempre volentieri a Fabriano. Il risultato della giornata è stato al di sopra di ogni aspettativa. Un vero trionfo organizativo. Congratulazione a Don Ugo, a Olimpio, a tutti gli elementi del coro. Teatro splendente di luci, un godimento per gli occhi il palcoscenico, merito anche del bravo custode Severino.
Tutti bravi, tutto bene. Alleluja, alleluia!!! 2) “FABRIANO COME LORETO – Circa 700 Cantori ospiti della nostra città  – Solenne Pontificale in Cattedrale e grandioso Concerto al Teatro Gentile – L’Alleluja di Haendel eseguito da 250 voci- ” di Pietro Girolametti. Qualcuno si chiedeva meravigliato cosa stesse accadendo, la mattina di venerdì 25 aprile, alla vista degli affollatissimi pullman che in continuazione arrivavano nella nostra Piazza del Mercato. Tanti autobus insieme non si erano mai radunati in quel luogo. C’era persino chi affermava che quel giorno avrebbe finalmente giocato l’Inter, per riscattarsi della figuraccia fatta per la mancata partita già  programmata. Ma non si trattava di un avvenimento sportivo, bensì artistico. Quattordici tra le più importanti Corali della nostra Regione si erano infatti date convegno nella nostra città , per il 1° CORESCNT delle Marche, una manifestazione canora organizzata dall’Associazione Nazionale S. Cecilia, per festeggiare il 25° anniversario della fondazione del nostro Gruppo Corale, che pure porta il nome di questa Santa. Alle dieci esatte, cartelli in testa come alle Olimpiadi, con il nome del complesso ed il paese di provenienza, circa ottocento cantori hanno attraversato il Corso intonando un inno regligioso, per recarsi al primo importamnte appuntamento, in Cattedrale, dove hanno partecipato al Pontificale, celebrato alle 11 dal Vescovo e da altri sacerdoti, presenti in numero eccezionalmente alto. Una messa grandiosa e solenne, cantata da tutte le Corali intervenute, dirette da don Ugo Carletti, con Don Aldo Mei all’organo, nel tempio illuminato a festa e gremito di fedeli attenti e commossi, lieti di assistere ad un rito tanto insolito e suggestivo. Sembrava di essere in S. Pietro a Roma. All’omelia Mons. Luigi Scuppa ha salutato ed elegiato per la loro testiminianza di arte e di fede le varie Associazioni, le quali poi gli hanno offerto ciascuna un dono. Dopo una breve sosta per il pranzo , verso le 14,30, alcuni Gruppi hanno dato saggio della propria bravura in Piazza Alta, fatti segno all’interesse e ai consensi del pubblico. Poi, alle 15,30, dopo un breve discorso di benvenuto da parte del Sindaco Dott.Giraldi, il quale ha pure consegnato una targa ricordo a Don Ugo, è iniziato il Concerto al Teatro Gentile, affollatissimo, ricco di tutte le sue luci e addobbato con vero gusto. L’atmosfera era esattamente la stessa che si respira a Loreto, durante l’annuale rassegna internazionale dei cori polifonici, con in più, ad onor del vero e senza ombra di campanilismo lo splendore e l’ormonia architettonica d’un teatro che molti ci invidiano. Terenzio Montesi della RAI-TV di Ancona, ha presentato da par suo i diversi Cori ed i relativi programmi. E’ stato un susseguirsi quasi ininterrotto di canto d’ogni genere e stile, dalla polifonia classica, sacra e profana, al folklore, interpretati dai complessi vocali di vecchia o nuova formazione, composti di cantori giovani e giovanissimi che condotti dai loro bravi Maestri hanno dato prova di una solida preparazione, riscuotendo calorosissimi e ripetuti applausi. Per ben tre ore, con precisa succesione di tempo, tanto da stupire lo stesso Montesi, i quattordici Cori hanno sfoggiato i loro repertori, tra i flashes dei fotografi e dei cineoperatori e l’entusiasmo di un pubblico da grandi occasioni. Ma il punto saliente e toccante di questo primo riuscitissimo CORESCANT si è avuto quando ben 250 voci, tra cui quelle dei Cantori fabrianesi, hanno eseguito l’Alleluja di Haendel, sotto la direzione di Don Ugo, con l’accompagnamento di una tromba sicura e poderosa come quella di Angelo Rossi e dell’organo prezioso di don Aldo Mei. Alla fine è scoppiata una vera ovazione. E poi venuto il momento dei doni offerti dal Coro “S. Cecilia” consegnati dal Sindaco ai graditi ospiti: un diploma ed una filigrana artistica su montatura metallica. Altri diranno meglio e più di noi, ma prima di chiudere queste note di cronaca è doveroso aggiungere che l’organizzazione è stata perfetta sotto tutti gli apsetti, che Fabriano, il nostro gruppo Corale ed il suo Direttore sono usciti ancor più ingranditi da questa strordinria esperienza; che le Autorità , il servizio d’ordine, i locali pubblci e tutti i fabrianesi vanno elogiati incondizionatamente. E’ già  stato annunciato che la seconda edizione del CORESCANT avrà  luogo il prossimo anno a Macerata. Intanto, nel cuore di tutti rimarrà  a lungo il ricordo di quella bellissima giornata e l’eco di quei canti, sincera e spontanea espressione, oltre che artistica, di amicizia, di pace, di concordia, che per fortuna ancora regnano in mezzo a tanti e tanti giovani di questa nostra cara terra.

 

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