S. Cecilia, musica doc

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S. Cecilia, musica doc

Con uno scatto di non comune disponibilità, il Gruppo Corale Santa Cecilia ha voluto offrire alla città il suo concerto di Natale nel giorno stesso che ripropone al mondo la nascita di Gesù Cristo. Ciò ha creato le condizioni per rivedere, dopo mesi, il Teatro Gentile pieno in ogni ordine di posti. Con una formula ormai collaudata, l’inizio del concerto è stato affidato alla formazione di voci bianche “Le Verdi Note” che, giunta al suo quinto anno di vita, è riuscita ancora a svelare il lavoro di omogeneizzazione corale compiuto da Maria Grazia Trontino e dallo staff di gestione del gruppo di bambini. Al di là, poi, della equilibrata esecuzione, questo progetto di “Schola Cantorum” ha iniziato a spalmare il suo effetto formativo sul “Santa Cecilia (quello dei grandi)”, che ha goduto già in questa occasione dei primi innesti di giovani cantanti provenienti dalle “Verdi Note”. L’esibizione ha avuto la collaborazione di numerosi musicisti, da Sauro Argalia a Valeria Picardi impegnati con dovizia stilistica su harmonium e pianoforte, da Tania Angelini elegante flautista fino poi alla presenza solistica del tenore David Sotgiu, che ha conferito una proiezione lirica ai brani che lo hanno visto protagonista. Fra questi, ed oltre la serie doverosamente ispirata al Natale, è importante segnalare il Salve Regina e l’Ave Maria tratti dalla cantata “Per un idea si può anche morire”, composta dal Direttore del “Santa Cecilia” Marcello Marini nel 2004 in occasione del 60° anniversario della morte di Venanzio Gabriotti, personaggio illustre di Città di Castello caduto per mano dei nazifascisti. Attraverso un linguaggio saldamente ancorato alla grammatica tonale, Marini è riuscito a intercettare sensibilità convergenti verso fatti centrali nella memoria storica dei nostri territori. La presenza, tutt’altro che scontata, di un brano di autore vivente ha impreziosito l’esibizione del “Gruppo Corale Santa Cecilia” che per il resto ha confermato le sue doti di compattezza ed equilibrio vocale. Nella serie, poi, di canti natalizi presentati, si è sicuramente distinto “God rest you merry Gentlemen” per l’elaborazione sagacemente ispirata alle atmosfere strumentali anglo-celtiche e per la ponderata distribuzione delle sequenze polifoniche.

Emilio Procaccini

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