Trasferta muy calòr

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Trasferta muy calòr

La Spagna, la musica, la mitica paella…

Mi aggiravo, pensieroso, sotto il ” muy calor ” ( in fabrianese ” gran callura o sotto il chioppo del callo ) della piazza di Spagna di Siviglia, protetto da un provvidenziale cappello di paglia. Dicevano, che sembravo uno scrittore americano, in cerca d’ispirazione.

In effetti, pensavo a questo pezzo, a come fare per trasmettere le sensazioni di questa tournèe spagnola, di questo strano coro, il Santa Cecilia, fatto da dilettanti, che diventano professionisti, appena salgono sul palco.

Proverò, non con la cronaca di un viaggio, ma con istantanee di memoria. Ho in mente Lucia, orgogliosa di portare nella sua città, Malaga, il coro di Fabriano, città in cui abita, oramai da tempo. Radiosa, nell’unire le sue terre.

La bellissima Cattedrale di Malaga con due enormi organi contrapposti e le decine di canne fino al cielo: in mezzo le due corali, che rendono la Messa ancora più solenne, tra uno sventolio di centinaia di ventagli multicolori.

Quella domenica, si ripeteva una delle tante processioni della Settimana Santa. C’erano le confraternite, le autorità, poi i nobili con i vestiti delle cerimonie e, infine, l’incedere ondulante, drammatico, di un enorme trono, trasportato a spalla da qualche centinaio di giovani, con sopra, una sontuosa Madonna Addolorata e una scena del Calvario; una cosa gigantesca .

Visitiamo le sedi di alcune confraternite, con le loro Madonne e i loro troni che portano in processione la Settimana Santa; ne fanno trentacinque fede immensa di questa gente, che è anche identità.

Ricevimento al Comune di Malaga, un monumento vicino al marte. Mi aspettavo una cosa frettolosa tanto per dovere. Invece è stata una cosa seria, con il presidente Adriano Abatelli e il capopopolo Quinto Balducci, che ben presentano la nostra città. Quinto, salta la sua ” prima ” al nuovo consiglio comunale di Fabriano, ma rappresenta e porta un messaggio del sindaco Sorci. Orgogliosi della nostra terra e di stare qui, non solo per piacer nostro; i malaguegni ci conoscono da tempo, anche per rapporti commerciali. Il Vicesindaco di Malaga, parla anche discretamente l’italiano, ma abbiamo al seguito anche gli interpreti, Lucia e il figlio Michele. E il coro conclude, sturando le orecchie, agli impiegati tutti.

Passeggiamo per il centro, Ci sono tanti manifesti che annunciano il concerto della sera, al Sagrario della Cattedrale; in tanti si presenteranno e tanti se ne dovranno andare, perchè non riusciranno ad entrare. Grande concerto: alla fine del ” Va pensiero “, qualche secondo di assoluto silenzio, magico, poi il pubblico esplode e si alzano tutti, anche gridando. Finisce, con il coro che esce tra due ali di folla festante, con gli applausi ritmati, come alla corrida. Una signora, regala il suo ventaglio, al Maestro Marini.

Quando non ci sono impegni serali, ci si rilassa in un baretto vicino all’alloggio. Sembrerebbe un posto da tagliagole, ma con un caffè e beveraggi decenti. Con il Coro, non c’è tregua e vai con le cantate con cui, finalmente, posso sgolarmi anch’io, senza vergogna alcuna. Gli avventori abituali familiarizzano e una sera si esibiscono con la chitarra.

Pannelli solari su ogni tetto, le pale eoliche disseminate per la Sierra Nevada. Sai che battaglie per Don Chisciotte ! Granada, l’ Alhambra, le tombe dei Re Cattolici in Cattedrale, poi Frigiliana, Marbella, piena zeppa di ricchi osceni, tra navi private, Ferrari ecc. Non mi va di dare loro soddisfazione, Li ignoro, con indifferenza; reciproca.

A Nerja, cittadina superturistica, paellata ciclopica, cucinata dal ristoratore, che è diventato divo di una fiction, ambientata propio lì. Caraffe di vino tinto, con gazzosa e ghiaccio, spente con costanza.

Alla sera, inaugurazione della stagione estiva al centro culturale della villa di Nerja, con pubblico pagante. Anche qui sala gremita, ma freddata dall’aria condizionata, siberiana. Primo brano con applauso di rito; il maestro ( il grande Marcello Marini di Città di Castello ) fiuta l’aria e comincia a destabilizzare il concerto. Il coro si anima; durante un’aria di un’opera buffa, il tenore Enrico Mariani esce cantando, all’improvviso, dal fondo della sala, facendo sobbalzare il pubblico, mentre il fratello Alberto e il soprano Francesca Bertini, duettano sul palco.

Marco Gregori, tuona da tenorone, con ” O sole mio “, Beatrice Mezzanotte, sedicenne contralto, incanta con un vocione impostato, solista in ” Summetime “. Avrà un futuro anche nel canto. Anna Marini, da par suo, con sicurezza e professionalità. Tania Angelini, si esibisce al flauto, da musicista completa.

Il Maestro si esalta al piano, con variazioni ed equilibrismi, deciso a trascinarte tutto e tutti. Alla fine pubblico pagante, tutto in piedi scaldato al massimo. Applausi scanditi, da corrida, ovviamente. Dopo, guardi tutti con profonda ammirazione, con soggezione. Sono intimidito anche da mia moglie.

Cena su una terrazza del Monte Calvario organizzata dalla Corale Santa Maria della Victoria; Malaga ai piedi tutta illuminata….si canta l’incanto. Meglio non poteva andare.

Datemi un anno per iprendermi e poi ripartiamo. Ho sentito dire, di un paio d’ inviti all’estero prestigiosi, da prendere in considerazione…….

Marcello Latini

 

 

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